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Molti si chiedono come mai
al giorno doggi nellItalia del Nord-Est spuntino hard rock bands
come funghi. La risposta è molto più semplice di quanto può
sembrare: se queste bands adesso continuano a proliferare, il merito è
di chi nei cosiddetti anni bui si è sbattuto fregandosene
di tutto e di tutti, producendo una musica totalmente opposta ai trends
dellepoca con cuore, violenza e sudore. Anno di grazia 1995: in piena
epoca Alternative/Post-Grunge lunderground italiano gioisce per luscita
di Get Drunk, un demo di Street Hard Rock come da tanto (troppo)
tempo non se ne sentiva dalle nostre parti. Solo un demo dicevamo, ma per
lepoca in cui è uscito ha significato forse qualcosa di più
per gli aficionados del genere che hanno avuto la possibilità di
ascoltarlo. La band di Get Drunk, i Mr. Gin, cambia 2/4 della
line-up, si incazza di brutto con il mondo governato dai trend che li circonda,
produce Pleasure Toy, probabilmente uno dei demo più
straight-in-your-face degli anni 90: i Crackhouse sono finalmente
nati, lItalia non sarà più la stessa! A distanza di
oltre tre anni dallesordio in cd Titty Twister, la band
padovana si rifà viva con 5 nuovi pezzi ed una line up ancora rinnovata,
come sempre capitanata dal caro vecchio Kelly. Il nuovo materiale si presenta
come il più lineare e classicamente rock nroll mai prodotto
dalla band, pur presentando dei suoni in linea con quelle che da sempre
sono le caratteristiche della band, ossia chitarre affilate e ritmiche squadrate
e compatte il giusto. Miglior pezzo del lotto senzaltro Pay
For Me, probabilmente quello dalla struttura leggermente più
articolata (pur sempre in ambito rock nroll, sia chiaro), di sicuro
il ritornello più azzeccato. Segnalazione anche per Shootem
Down, che fa molto Faster Pussycat, e per la conclusiva cover di You
Spin Me Round dei Dead Or Alive, pezzo piuttosto di moda ultimamente
in fatto di riletture (questa è la terza versione che ascolto nel
giro di breve tempo). Ad ogni modo se seguite le mie recensioni sapete che
sono piuttosto esigente quando si tratta di SynthPop anni 80, ed è
con piacere che segnalo questa dei Crackhouse come la versione più
riuscita, ottimamente adattata al sound chtarristico della band (per inciso,
la palma di peggior rilettura di You Spin me Round spetta agli
statunitensi Dope). Lascolto è stato soddisfacente, personalmente
preferivo il sound dei Crackhouse quando era malato, sudicio ed incazzato
nero, tuttavia la recensione deve offrire un parere oggettivo, in virtù
del quale posso affermare in assoluta tranquillità che The
Damage è un lavoro capace di soddisfare i gusti di qualunque
appassionato di queste sonorità, un ottimo ritorno. Adesso, invece
di chiedere cosè che danno da mangiare ai bambini nellItalia
del nord-est, sapete chi dovete meritatamente ringraziare. Recensione Realizzata da Tony Aramini. |
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